lunedì 17 febbraio 2014

Fai bei sogni di Massimo Gramellini

Fai bei sogni. E come si fa? Come fa un bambino ad affrontare una vita intera senza la sua mamma? Come fa un bambino ad accettare la realtà che gli si presenta davanti a soli nove anni? Come fa a non aver paura della vita? Il libro è proprio questo. E’ il percorso di un bambino. La sua vita. Di una verità che in realtà, è uno scudo per proteggere e nascondere quella reale di cui si ha paura. Poi arriva una busta…dopo quarant’anni. E arrivano l’amore e la verità. Quella vera.


Frasi sottolineate 
I film che preferisco sono quelli in cui il protagonista perde tutto, ma arrivato sull’orlo del baratro fa un passo indietro e incomincia la rimonta.

In casa ci dividevamo i compiti: papà l’accarezzava con le parole io le parlavo con le carezze. Ma la mamma sembrava non ricambiare nessuno dei due.

Quei due si erano detti di sì per sempre ridendo come pazzi.

Certe domande mi facevano paura. O forse mi spaventavano di più le risposte.

Mi tenne un discorso molto razionale che durò tre semafori rossi e si concluse in retromarcia al parcheggio con questo dispaccio solenne: eravamo sistemati male tutti e due, ma dei due chi stava messo peggio ero io, perché una moglie si può sostituire, una mamma no.
Scese dalla macchina e non ne parlammo mai più.

Fu il mio battesimo del fuoco come tifoso granata. L’ingresso ufficiale in una setta di lamentosi ma indomiti sfidanti del destino.

Non credo mi abbia sentito. A Torino urliamo pianissimo, è una delle nostre specialità.

Chissà se le piaceva, la neve. Non lo sapevo. Non sapevo niente di lei. La condizione ideale per trasformarla in un mito.

Mi strizzò in uno dei suoi famosissimi abbracci. “ Fai bei sogni. Anzi, fateli insieme. Insieme valgono di più.”

“I se sono il marchio dei falliti! Nella vita si diventa grandi nonostante.”

Non so se in amore vince chi fugge, ma di sicuro chi perde rimane dov’è: immobile.

…due istruttori dal fisico statuario - subito ribattezzati gli Stronzi di Riace.

E’ nulla il morire. Spaventoso è non vivere (V. Hugo)

Non sfuggirà a nessuno che io avanzavo nella giungla dei massimi sistemi agitando blandi punti interrogativi, mentre lei impugnava gli esclamativi come daghe.

“E la vita?”
“Mi fa paura l’idea di sprecarla. Se la morte è un viaggio, immagino che la vita sia il prezzo del biglietto.”

Protesi le labbra verso le sue, ma non dovetti compiere l’intero percorso perché me le trovai addosso a metà strada.
Sapevano di bei sogni.

Lo amai subito, dunque tentai di liberarmene. E’ sempre il primo impulso, quando amo.

Mi confidò di essere in partenza per un safari con un branco di banchieri. Augurai ai leoni buon appetito.

Nel corso degli anni il rifiuto della verità si era esteso a tutto il resto. Aveva aderito ai pensieri come una seconda pelle, diventando il mio modo di abitare la vita senza viverla.

Mi aveva voluto bene. Più della mamma. Perché papà era rimasto. E c’è sempre più amore in chi rimane che in chi se ne va.

Non so quanto tempo siamo rimasti così. Ma a un certo punto la vita ha incominciato a risorgere dalle caviglie come una corrente d’aria fresca.
Ho abbassato lo sguardo e sotto di noi c’era Billie che scodinzolava.
Leggera.

giovedì 30 gennaio 2014

Fiesta di Ernest Hemingway

Sei proprio lì. Con Jake, Bill, Brett, Robert e Mike. Ti ritrovi catapultato negli anni ’20 del 1900 tra le strade di Parigi, nei suoi cafè, durante le sue folli notti, poi si parte. Destinazione Spagna. Prima una sosta sui Pirenei per pescare e poi Pamplona. Festa di San Firmino, l’encierro, le corride. Sei lì, vivi con i personaggi l’eccitazione della fiesta, le loro ubriacature, i loro amori, i loro dissapori. E’ “bravino” questo Hemingway, rende tutto ciò possibile.

Frasi sottolineate

Premetto che la maggior parte delle descrizioni dei luoghi, dei personaggi, dei dialoghi andrebbero riportate…ripeto questo Hemingway è “bravino”…tanta roba Ernest!

Era una tiepida serata di primavera e io, dopo che Robert se ne fu andato, sedevo a un tavolino sulla terrazza del Napolitain a guardare abbuiarsi il cielo e accendersi le insegne luminose e il rosso e il verde dei semafori e la folla che passava e il clop clop delle carrozze ai margini del traffico compatto dei taxi e le poules che, a coppie o isolate, andavano in cerca di chi offrisse loro la cena.

Ogni villaggio aveva un campo per la pelota e in alcuni c’erano ragazzini che giocavano sotto il sole cocente. Cartelli appesi ai muri della chiesa vietavano di giocare alla pelota nelle vicinanze, e nei villaggi le case avevano tetti di tegole rosse, e poi la strada voltò e cominciò ad arrampicarsi e noi stavamo salendo per un pendio collinoso, con sotto una valle e dietro le colline che si stendevano verso il mare. Il mare non era visibile. Troppo lontano. Vedevi solo colline e ancora colline, e sapevi dov’era il mare.

Ma questo ritardava soltanto la presentazione del conto. Il conto arrivava sempre. Era una delle cose meravigliose su cui potevi contare.

Godersi la vita significava imparare a spendere bene i propri soldi e sapere quando ci si era riusciti. Potevi sempre spendere bene i tuoi soldi. Il mondo era un buon posto per fare acquisti. Sembrava una bella filosofia. Fra cinque anni, pensai, sembrerà stupida come tutte le altre belle filosofie che ho avuto.


Il taxista si avviò su per la strada. Io mi appoggiai allo schienale. Brett mi si avvicinò. Sedevamo stretti l’uno contro l’altra. La cinsi con un braccio e lei si appoggiò a me, comodamente. La giornata era assai calda e luminosa, e le case erano di un bianco abbagliante. Voltammo sulla Gran Via.

buzzoole code

mercoledì 8 gennaio 2014

DomaniNo di Cristiano Carriero

E’ la storia di Ernesto cantante con la chitarra che parte da Bari con un sogno. Si ritrova ad essere Criboavida e ad interpretare un personaggio che non gli appartiene, poi capita di ritrovarsi e risvegliarsi come Ernesto. Due uomini, due facce della stessa medaglia. Ma la realtà è una, ed è che Ernestoc’è! E’ una storia di musica, di amori, di amicizia, di attualità, di sogni, di tentazioni, di scelte. E’ una storia che va letta.

Frasi sottolineate
Io sono un  caso a parte. Mi ha sempre fottuto l’orgoglio, fin da quando ero bambino…Ci morirò, lo sento. Verrà la polizia a casa a verificare le cause del mio decesso e sul rapporto scriverà: “ucciso dall’orgoglio”.

Mi abbracciò. Mi strinse forte, come non aveva mai fatto. Pianse come un bambino. Non l’avevo mai visto piangere. Non così. Mi fece tenerezza, sinceramente provai amore.

Un secondo dopo averla salutata mi sentii leggero, di nuovo libero, e un po' più stronzo.

“Io ti voglio bene. E vorrei stringerti se solo potessi. Solo che credo non basterebbe. Il bene che voglio mostrarti non ci sta in un abbraccio, per quanto io possa stringerti fino a soffocarti.”

Le donne sono imprevedibili alle volte . E io le odio, profondamente , quando mi confondono.

Lo so che il lupo dovrebbe crepare. Ma io non ce l’ho fatta mai a rispondere così. Ho sempre preferito un più tenue “Grazie”. Questione di stile.
Fosse per me non farei crepare nessuno.
Neanche i lupi.

Piove spesso il Primo Maggio. Ma la gente trova in quella pioggia un’energia positiva, la trasforma in rabbia, voglia di ballare, saltare, mettersi alle spalle una nottata di viaggio in treni improbabili.

“No, sto dicendo che ti amo. Credo di amarti almeno. Non l’ho mai detto a nessuna eppure è quello che sento. E sento che dovevo dirtelo adesso, prima che anche tu pensassi che io sono uno di quelli che si tiene le cose solo per sé. Se non l’ho mai detto prima è perché non credevo che ne valesse la pena.”


Buon parte dei tesi delle canzoni andrebbero riportati…perciò leggete il libro!!

Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez

Lungo ma bello, intenso ma magico, immaginario ma reale. E’ la storia di un piccolo villaggio colombiano Macondo, che non troverete sul mappamondo. E’ la storia delle diverse generazioni della famiglia Buendia che hanno fondato e vissuto Macondo. Sette generazioni in un secolo. La storia e i personaggi si ripetono ciclicamente in un susseguirsi di vicende felici e meno felici. E la solitudine? Leggetelo.

Frasi sottolineate
“Nel mondo stanno accadendo cose incredibili. A portata di mano, sull’altra riva del fiume, c’è ogni sorta di apparecchiatura magica, e noi continuiamo a vivere come gli asini.”
“…una volta in cui questi spiegava con molti dettagli il meccanismo dell’amore, lo interruppe per chiedergli: Cosa si sente?. Josè Arcadio gli diede una risposta immediata: E’ come una scossa di terremoto.”
“L’adolescenza gli aveva tolto la dolcezza dalla voce e lo aveva reso silenzioso e definitivamente solitario, ma in cambio gli aveva restituito l’espressione intensa che aveva nello sguardo quando era nato.”
“Una volta padre Nicanor portò al castagno una scacchiera e una scatola di gettoni per invitarlo a giocare a dama, ma Josè Arcadio Buendìa non accettò, affermando che non aveva mai potuto capire il significato di una contesa tra due avversari che erano d’accordo sui princìpi. Padre Nicanor, che non aveva mai considerato il gioco della dama da quel punto di vista, non riuscì più a giocarlo.”
“L’ebbrezza del potere cominciò a decomporsi in raffiche di disagio.”
“Era una mulatta pulita e giovane, con occhi gialli e a mandorla che davano al suo volto la ferocia di una pantera, ma aveva un cuore generoso e una magnifica vocazione per l’amore”
“Taciturno, silenzioso, insensibile al nuovo soffio di vitalità che faceva tremare la casa, il colonnello Aureliano Buendìa comprese a malapena che il segreto di una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine.”
“La ricerca delle cose perdute è intorpidita dai gesti consuetudinari, ed è per questo che costa tanta fatica trovarle.”
“era tipico della natura degli uomini ripudiare la fame una volta soddisfatto l’appetito.”
“Quell’avvicinamento tra due solitari dello stesso sangue era assai lontano dall’amicizia, ma permise a entrambi di sopportare meglio l’insondabile solitudine che al tempo stesso li separava e li univa.”
“Lei  lo lasciò finire, grattandogli la testa con i polpastrelli delle dita, e senza che lui le avesse rivelato che stava piangendo d’amore, lei riconobbe immediatamente il pianto più antico della storia dell’uomo”
“Il mondo avrà finito di scoglionarsi il giorno in cui gli uomini viaggeranno in prima classe e la letteratura nel carro merci.”
“Erano le ultime cose che rimanevano di un passato il cui annichilamento non si consumava, perchè continuava ad annichilarsi indefinitivamente, consumandosi dentro se stesso, terminandosi in ogni minuto ma senza terminare di terminarsi mai.”

“…mentre gli amanti solitari navigavano nella corrente di quei tempi postremi, tempi impenitenti e infausti, che si logoravano nell’ostinazione inutile di farli deviare verso il deserto del disincanto e dell’oblio.”

sabato 27 aprile 2013

Norwegian Wood (Tokyo Blues) di Murakami Haruki


Bello, stupendo, ma triste. C’è tutto. L’adolescenza, la vita, l’amore, la morte, il capire se stessi e il dover scegliere sperando di non sbagliare. Ci sono Toru il protagonista, Naoko e Midori. Naoko l’amore difficile, complesso, triste. Midori l’amore più facile, più spensierato, ma pur sempre amore. Ci sono anche Nagasawa, Reiko e Sturmtruppen. C’è la musica(e che musica!) e ci sono i libri.

Sono uno di quelli che per capire le cose ha assolutamente bisogno di scriverle

Perché è impossibile che qualcuno possa sempre proteggere un altro, in eterno.

Ma adesso capisco. Capisco che in fondo a poter riempire quel contenitore imperfetto che è la scrittura, sono solo ricordi e pensieri altrettanto imperfetti.

Se uno legge quello che leggono gli altri, finisce col pensare allo stesso modo.

Cercai di pensare che significato aveva avuto per me l'esistenza di Kizuki, ma non riuscii a darmi una risposta. Quello che capivo era che con la sua morte una funzione del mio essere, che forse si potrebbe chiamare adolescenza, era stata danneggiata in modo irreparabile

Perciò tu senza farti scrupoli a causa di qualcuno, se vedi una possibilità di felicità per te, cogli quell’occasione e sii felice. Opportunità come queste non capitano che due o tre volte nella vita, e se uno se le lascia sfuggire poi lo rimpiange in eterno. Te lo dico per esperienza.

Tanto le lettere sono lettere – dissi – che tu le bruci o le conservi, quello che deve rimanere rimane e quello che si deve perdere si perde.

giovedì 24 gennaio 2013

Momenti di trascurabile felicità di F. Piccolo

Momenti di trascurabile felicità, così si chiama il libro e così sono tutti quei momenti descritti da Piccolo ma che in realtà sono momenti che di sicuro ognuno di noi si è trovato a vivere almeno una volta nella vita. Momenti futili, veloci, passeggeri a volte anche stupidi ma che ti danno una felicità futile, veloce, passeggera e a volte anche stupida ma pur sempre felicità...e la felicità fa bene sempre!


Frasi sottolineate (andrebbero scritte tutte ma poi vi toglierei il gusto di leggerlo)

E solo adesso è davvero il momento in cui ieri sera è finito

Entro in un negozio di scarpe,perché ho visto delle scarpe che mi piacciono in vetrina. Le indico alla commessa, dico il mio numero, 46.
Lei torna e dice: mi dispiace, non abbiamo il suo numero. Poi aggiunge sempre: abbiamo il 41.
E mi guarda, in silenzio, perché vuole una risposta.
E io, una volta sola, vorrei dire: e va bene, mi dia il 41.

Il giorno in cui sta per scattare l'ora legale, o solare.
Perché non si capisce mai se questa volta scatta l'ora solare al posto della legale, o quella legale al posto della solare. E se la notte dormiremo un'ora in più o meno.

Quando mia moglie si fa la doccia, sta più di un'ora a regolare l'acqua, e arriva in un punto precisissimo in cui se sposta il regolatore di un millimetro a sinistra diventa bollente, e se lo sposta di un millimetro a destra diventa gelata.

La seguente frase con cui cominciavo qualsiasi tema a scuola: La questione storica, economica, filosofica, scientifica, politica e sociale del ventesimo secolo...
E mi ritrovavo ad aver già riempito cinque o sei righe.

Se sto dormendo e suona il telefono, vado a rispondere, e se mi chiedono: " ma stavi dormendo?", dico sempre: "No".
Non so perché, ma lo faccio sempre.
Alzo la cornetta e dico "Pronto" con la voce più normale possibile.

Ho buttato dalla finestra (l'ho fatto davvero), dopo essermi imposto di leggerlo fino alla fine, On the road di Kerouac e per anni ho fatto finta che mi fosse piaciuto perché pensavo bisognava dire così.

In una tasca non ci sono, nella seconda non ci sono. Posso usare qualsiasi ordine per la mia ricerca, posso cominciare dal cappotto per passare alla giacca e arrivare al pantalone o viceversa o in ordine casuale: le chiavi sono sempre nell'ultima tasca. Ma lí, le tocco, e suonano.

Le donne per strada a un certo punto estraggono dalla borsa una bottiglietta d'acqua e bevono un pó, non perché hanno sete ma perché devono bere, devono bere una quantità di litri al giorno.

Scoprire che un'opera di bene è deducibile.

Quando quello che ti ha chiesto di conservargli il posto, finalmente arriva. E puoi dimostrare a tutti quelli intorno che era vero.
Quelli che ti danno un passaggio, e non ti lasciano da qualche parte: all'angolo, vicino alla metro, alla fermata del taxi. Ma ti accompagnano fino a casa.

Incrociare lo sguardo del cameriere e fare il segno di una penna immaginaria che i muove nell'aria, un gesto insensato che il cameriere capisce sempre.

Il modo in cui i benzinai danno il resto, tutti nello stesso modo, come se avessero fatto una scuola. Tirano un portafogli enorme, pieno di banconote stirate e compatte, divise in ordine decrescente: le 100 euro, le 50, le 20, le 10 e 5 euro. Prendono una banconota alla volta, la fanno frusciare colpendola con le dita, e dicono: e sono venti, e sono trenta e sono cinquanta.

mercoledì 14 novembre 2012

Soffocare di C. Palahniuk

Victor Mancini uno studente di medicina fallito con un'infanzia "parecchio" movimentata, una madre "parecchio" bislacca ma malata, architetta uno strano modo per fare i soldi necessari a curarla. Si fa salvare la vita ogni sera, in ristoranti diversi, da degli sconosciuti che lo "salveranno" dal soffocamento e si prenderanno cura di lui inviandogli denaro. Ha un altro piccolo difetto, é sessodipendente, però sta cercando di guarire...

Frasi sottolineate

La mamma con lui si scusava in continuazione. Gli diceva che per anni la gente si era fatta in quattro per trasformare il mondo in un luogo sicuro e organizzato. Nessuno si era reso conto di che noia sarebbe stata. Una volta che il mondo fosse stato suddiviso in proprietà, sottoposto a limiti di velocità e piani regolatori e tassato e irreggimentato, una volta che tutti fossero stati esaminati e registrati e provvisti di un indirizzo e di documenti.Nessuno aveva lasciato spazio all'avventura, se non il tipo di avventura che si può comprare. Su un ottovolante. Al cinema. E anche così, sarebbero sempre state emozioni finte. Perché uno lo sa benissimo che alla fine i dinosauri non mangeranno i bambini. Il pubblico delle proiezioni di prova si è espresso contro qualsiasi remota possibilità di finta catastrofe. E non esistendo la possibilità che si verifichi una catastrofe vera, un rischio vero, ci è preclusa anche ogni possibilità di salvezza vera. Ebbrezza vera. Eccitazione vera. Gioia. Scoperta. Invenzione.
Le leggi che ci permettono di vivere sicuri sono le stesse che ci condannano alla noia.

Abbottonandomi le braghe corte le ho detto: "la verità è che forse vorrei solo volerti bene".

"Non voglio che accetti il mondo così com'é" disse.
"Voglio che te lo inventi. Voglio che tu abbia questa capacità. Di creare la tua realtà. Le tue leggi. È questo quello che voglio tentare di insegnarti".

Disse: "perché l'unica frontiera che ci rimane è il mondo dell'intangibile, le idee, le storie, la musica, l'arte. "
Disse: "perché la realtà non arriva mai dove può spingersi l'immaginazione."
Disse: "Perché un giorno io non ci sarò più è la smetterò di assillarti."